Il Protocollo Simpson

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Il Protocollo Simpson

Il Protocollo Simpson è un processo olistico, inclusivo, estremamente rapido ed efficace. Molti metodi si definiscono olistici, quello che intendo in questo caso, è che questo protocollo prende in considerazione e modifica non solo il problema “specifico” (reclamo del cliente), ma anche tutto ciò che influenza e sostiene quel problema. Oltre a questo, il protocollo dà al cliente una base solida, tratta tutte le questioni accessorie e i benefici collaterali e li libera.

Il Protocollo Simpson collega fortemente il cliente a sé stesso, gli dà la forza interiore per realizzare un cambiamento profondo e per evitare di creare altri problemi legati al primo.

Detto ciò, siamo esseri umani e, una volta che un problema e il suo supporto sono stati trattati, a volte c’è un altro problema in agguato, o un’altra abitudine negativa che emerge. Ma una volta che la sessione iniziale è finita (generalmente una o due a volte tre sedute), non vedo più quel cliente per sei a nove mesi o più e mai per lo stesso problema.

Questo rende il protocollo Simpson “magico”, troppo bello per essere vero? Forse, ma analizziamo il processo.

Il protocollo Simpson si connette con la mente “superiore” del cliente e gli permette di fare tutto il lavoro di “guarigione” nel senso più ampio possibile. Questa mente superiore che chiamiamo il Superconscio, perché abbiamo bisogno di un nome per definirlo, è apparentemente quella parte della nostra mente che sembra essere collegata all’inconscio collettivo e a tutta la saggezza e la conoscenza. Non è una forma di fede né una favola. Questa parte della mente sembra avere il potere di regolare e di assicurare ciò che è più importante e necessario per quel particolare cliente, in quel momento, che lui stesso (o l’ipnotista) lo sappia o meno. Non ha niente a che vedere con l’ipnotista o con i bisogni consci del cliente. Sembra essere il puro lavoro della sua mente.

Siamo in grado di raggiungere questa parte “superiore” della mente usando livelli “profondi” di ipnosi come stato Esdaile, che può essere verificato, e da lì accedere a molti “livelli” della mente o a qualsiasi cosa faciliti il cambiamento ottimale per il cliente. Da notare che parole come “profondo”, “mente superiore”, “livelli della mente”, eccetera, sono solo parole chiave usate per permettere all’ipnotista di operare in queste aree. In effetti, tutto sembra poter essere fatto con la semplice intenzione.

Il protocollo Simpson non usa testi, né formule. Questo processo permette all’ipnotista e alla mente del cliente la libertà di affrontare qualsiasi problema appaia, nel momento presente.

Le abreazioni sono semplici da gestire e molto meno stressanti per il cliente che nel lavoro di regressione “convenzionale”.

Vorrei dire che ho sviluppato questo protocollo tenendo conto di tutti questi fattori. Ma non è stato così. È stata una scoperta. Stavo cercando un processo che permettesse di ottenere i migliori risultati nel modo più semplice e meno stressante per tutte le persone coinvolte ed è venuto un po’ alla volta. È un processo che dipende dalla relazione aperta e di fiducia tra gli ipnotisti e il soperconscio del cliente.

Per concludere, per me è comodo poiché non mi piacciono le sessioni lunghe e il lavoro duro!

Ines Simpson